martedì 2 ottobre 2012

S.M. il re indirizza un discorso al 67esima sessione dell'assemblea generale dell'ONU






S.M. il re indirizza un discorso al 67esima sessione dell'assemblea generale dell'ONU

01/10/2012





Il Marocco proseguirà la sua cooperazione con il Minurso, sulla base del mandato che gli è stato assegnato senza modifica, né nella sua natura, né nel suo contenuto



Sua maestà il Re Mohammed VI, ha indirizzato venerdì un discorso al 67esima sessione dell'assemblea generale dell'ONU. Dopo avere evocato il ruolo e le missioni che spettano alle Nazioni Unite e fra cui il regno è destinatario, il discorso reale evoca la questione del Sahara.



Segnala a tale riguardo che ''il Marocco rimane impegnato e pronto a negoziare sulla base fin da regole stabilite e sovente ribadite dal consiglio di sicurezza, e partire dall'iniziativa d'autonomia che la Comunità internazionale considera come seria, realistica e credibile''.



Per quanto riguarda il Minurso, il Marocco ''proseguirà la sua cooperazione costruttiva con il Minurso, sulla base del mandato che gli è stato assegnato dal consiglio di sicurezza e che non subirà alcuna modifica, né nella sua natura, né nel suo contenuto''.



In ciò che segue il testo integrale del discorso reale di cui lettura è stata data da S.A.R il principe Moulay Rachid, che rappresenta il sovrano ai lavori di questa sessione:



''Elogio a Dio, preghiera e pace sul profeta, la sua famiglia ed i suoi compagni,



signor Presidente, maestà, Altezze, eccellenze, signore, signori,



vorrei, innanzitutto, indirizzare le mie congratulazioni più calorose al signor Presidente, in occasione della sua adesione alla presidenza della presente sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite.



È una prova della stima portata al vostro paese ed un riconoscimento dell'esperienza ricca diplomatica che è al vostro attivo. Tengo anche a salutare gli sforzi fatti dal vostro predecessore, Signor Nasser Al Nasser, come pure le realizzazioni che ha compiuto nel corso dell'anno passato. Mi rallegro anche per l'azione sostenuta che conduce sua Eccellenza Signor Ban Ki-moon, il segretario generale della nostra organizzazione, e della sua rapida reattività alle crisi.



Saluto, allo stesso titolo, le iniziative che prende per permettere alle Nazioni Unite di raccogliere le sfide crescenti che conosce il mondo.



Signor Presidente,



La realtà internazionale oggi è caratterizzata da cambiamenti così importanti come rapidi, la cui principale manifestazione è la persistenza della crisi economica mondiale, con le sue numerose ramificazioni e la moltiplicazione dei focolari di tensione, delle vertenze politiche e dei conflitti armati.



A queste costrizioni si aggiungono sfide globali così complesse che superano le frontiere e le possibilità degli stati. Sono in particolare le sfide dello sviluppo sostenibile, della tutela dell'ambiente, del rispetto dei diritti dell'uomo, dell'aumento del terrorismo internazionale e del crimine organizzato di ogni specie. Di fronte a queste trasformazioni ancora all'opera, dobbiamo, come Stati membri, mettere a disposizione delle Nazioni Unite i mezzi necessari per affrontare le sfide summenzionate. Occorrerà, a questo scopo, allargare gli orizzonti dell'organizzazione, rinnovare il suo modo d'azione, pur preservando i suoi principi ed i suoi obiettivi, perché possa affermarsi come attore che opera per una gestione politica efficiente, e come strumento di gestione economica equa.



Signor Presidente,



Il regno del Marocco fa la sua la vostra volontà di attribuire tutta l'importanza richiesta nel regolamento dei conflitti con i mezzi pacifici. Saluta la decisione di mettere la sessione attuale dell'assemblea generale sotto il tema del consolidamento di questo principio cardinale della carta delle Nazioni Unite.



La realizzazione della pace e della sicurezza internazionale resta consustanziale alla missione storica attribuita alle Nazioni Unite. Infatti, lo spiegamento di decine di migliaia di caschi blu in tutte le regioni del mondo per garantire la protezione dei civili e predisporree una piattaforma propizia al dialogo politico tra i protagonisti è la prova di ferro del ruolo vitale che cade alla nostra organizzazione in questo dominio.



Il regno del Marocco è fiero di essere fra i paesi che, molto presto, hanno contribuito alle operazioni di mantenimento della pace. Ha inviato, finora, più di 50.000 membri forze armate reali in varie regioni del mondo, al servizio degli obiettivi nobili delle Nazioni Unite. Il Marocco si farà molto di portare ancora e senza esitazione, il suo contributo alla gestione delle crisi, parallelamente allo sviluppo della diplomazia preventiva.



L'esperienza che le Nazioni Unite hanno accumulato nei paesi in preda a conflitti ha mostrato tutta l'importanza che c'è a garantire il passaggio ordinato e fluido della fase d'instaurazione della pace, a quella del suo consolidamento. È dunque imperativo di soddisfare le necessità insistenti di questa fase critica, sotto pena di vedere del paese, o tutta la regione interessata dal conflitto, affondare nuovamente nella violenza e la divisione.



Signor Presidente,



Il continente africano ha conosciuto, nel corso dell'anno passato, un grave deterioramento della situazione in alcune regioni, in particolare quella del Sahel e del Sahara, in seguito agli atti criminali, terroristici e secessionisti che minacciano ormai la loro stabilità.



La repubblica del Mali sorella è in presa con eventi che mettono nel pericolo la sua integrità territoriale, la sua unità nazionale e la sicurezza dei suoi territori. Nonostante gli sforzi sinceri che fanno gli stati della regione, cui il Marocco, come pure la Comunità economica degli stati dell'Africa dell'Ovest, il contributo delle Nazioni Unite rimane necessario per creare un consenso nazionale, che permette di superare la crisi politica e affrontare la spinta separatista nel Nord. Di qui l'imperativo di uno sforzo concentrato ed indipendente da parte della nostra organizzazione. A questo proposito, tengo a ribadire ai nostri fratelli del Mali l'impegno del Marocco da continuare a fornire loro aiuto e sostegno efficace per fare giungere il processo politico e garantire la preservazione della loro unità nazionale e l'integrità territoriale del loro paese.



Parallelamente, il regno del Marocco apprezza al loro valore giusto i progressi sensibili che sono stati registrati in varie regioni del continente africano, soprattutto in Costa d'Avorio e nella repubblica democratica del Congo, in attesa di aprire la via alla riconciliazione nazionale, e ad una pratica politica normale. Il Marocco ribadisce anche il suo impegno fermo da proseguire i programmi di cooperazione e di solidarietà con i paesi africani fratelli, secondo formule rinnovate ed efficienti di cooperazione Sud-Sud al servizio del cittadino africano. I cambiamenti che sono intervenuti nella regione araba traducono la volontà dei popoli interessati di costruire società democratiche dove i diritti dell'uomo sono rispettati ed i cittadini usufruiscono della parità delle opportunità e di una vita degna.



I popoli fratelli della Tunisia, della Libia, dell'Egitto e dello Yemen hanno inaugurato un'era nuova ed hanno superato tappe importanti sulla via della transizione democratica, nonostante un clima politico complesso ed agitato le cui costrizioni comandano che la Comunità internazionale porti sostegno ed assistenza a questi stati. Purtroppo, il popolo siriano continua, da parte sua, a pagare, ogni giorno, del suo sangue, il prezzo della libertà, nella speranza di un cambiamento democratico che permette a tutte le sue componenti di partecipare alle trasformazioni che auspica.



A partire dalla sua posizione di unico membro arabo del consiglio di sicurezza, il Marocco ha apportato un contributo sostanziale alla mobilizzazione di sostegno internazionale a favore delle iniziative e delle risoluzioni della lega araba. Chiama a sforzi concertati ed azioni ferme per portare il regime siriano a mettere un termine alla violenza, e condurre un'operazione di transizione politica che include tutte le sensibilità esistenti, risponde alle aspirazioni del popolo siriano e garantisce l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Siria, come pure la stabilità della regione molto intera. Nello stesso tempo, occorre mobilitare le risorse finanziarie necessarie per soddisfare le necessità dei profughi negli stati della vicinanza, e mossi degli interni e ridurre le sofferenze e la tragedia sopportate da questo popolo fratello.



In questo contesto, il Marocco continua a testimoniare la sua solidarietà, fornendo prestazioni mediche quotidiane, sul campo, ai profughi siriani nel regno giordano fratello hachemita. Ma gli sviluppi accelerati che conosce la regione araba possono farci dimenticare la sfida fondamentale cronica soltanto costituisce il regolamento della questione palestinese.



Si noterà a questo proposito che il regno del Marocco chiama alla mobilizzazione del sostegno internazionale a favore dei passi intrapresi dall'autorità nazionale palestinese, in attesa di ottenere lo statuto di Stato non membro. Pertanto, lo considera però di quanto il negoziato è la via più indicata per il recupero dei diritti nazionali legittimi del popolo palestinese e per l'instaurazione di uno Stato palestinese indipendente, di uno solo che tiene, realizzabile a tutti i livelli e vive nella pace e la sicurezza ai lati di Israele.



Aspettiamo dunque dalla Comunità internazionale che cambia approccio per risolvere questa crisi rivedendo il suo modo d'intervento ed i suoi meccanismi d'azione, per riprendere i negoziati diretti non appena possibile, nelle migliori condizioni, con l'impegno ed il patrocinio delle potenze influenti.



Tuttavia, quest'obiettivo può essere raggiunto soltanto mettendo fine alla politica del fatto compiuto. A questo proposito, non abbiamo cessato di fustigare con forza il piano israeliano che mira a giudaizzare Gerusalemme-Est occupata, ad occultare l'identità spiritosa e civilizzazionale e modificare le sue caratteristiche architetturali e demografiche. Ribadiamo dunque che non ci puo essere pace senza Gerusalemme-est, come capitale dello Stato palestinese indipendente.



Signor Presidente,



Convinto dell'efficacia e dell'utilità dell'azione regionale comune, il regno del Marocco ha intrapreso iniziative e banco dei contatti bilaterali in previsione dell'operazionalizzazione dell'Unione maghrebina.Infatti, è persuaso della necessità strategica di questo raggruppamento regionale unificatore che risponde alle aspirazioni legittime dei nostri popoli fratelli e che è dettato dalle sfide securitarie ed in materia di sviluppo che si pongono ai nostri cinque stati. Per livellare gli ostacoli suscettibili di ostacolare la volontà di ridare corpo a quest'ambizione maghrebina, il regno del Marocco ha contribuito, con tutta la sincerità e la serietà necessaria, ai negoziati che mirano a trovare una soluzione politica, realistica e negoziata,per la vertenza regionale artificiale suscitata attorno al Sahara Marocchino, soluzione che garantisce la sovranità territoriale e l'unità nazionale del regno, e permette il raggruppamento delle famiglie ed il rispetto delle specificità della popolazione della regione.



Il Marocco rimane impegnato e pronto a negoziare sulla base fin da regole stabilite e sovente ribadite dal consiglio di sicurezza, e partire dall'iniziativa d'autonomia che la Comunità internazionale considera come seria, realistica e credibile. Come proseguirà la sua cooperazione costruttiva con il Minurso, sulla base del mandato che gli è stato assegnato dal consiglio di sicurezza e che non subirà alcuna modifica, né nella sua natura, né nel suo contenuto.



Signor Presidente, maestà, Altezze, eccellenze, signore, signori,



Non posso concludere questo discorso senza evocare la necessità di una lotta collettiva, coordinata ed efficace contro tutte le forme d'estremismo, di odio, e di xenofobia, e contro qualsiasi provocazione o danno alla fede ed alla sensibilità dell'altro, qualunque ne siano gli apparecchi mobili e le manifestazioni.



Di fronte all'aumento di questi fenomeni odiosi ed alle loro ripercussioni drammatiche, gli sforzi che spiega ogni Stato a livello nazionale, per fare faccia, deve integrarsi in una strategia internazionale coordinata, che tiene conto delle iniziative nobili che sono state lanciate, che mobilitano tutti gli organismi delle Nazioni Unite, e che si sostengono su impegni chiari e sulla regolazione e la disseminazione delle migliori pratiche nazionali e regionali in materia. Ci spetta a noi, Stati membri, fornire i mezzi necessari e ribadire la volontà politica di sostenere la nostra organizzazione e riformare le sue strutture ed i suoi mezzi d'intervento, in attesa di fare uno strumento efficace per la realizzazione della pace, la sicurezza e la cooperazione e garantire la diffusione necessaria dei valori di tolleranza e di coesistenza, al servizio dell'umanità molto intera.



''Wassalamou alaîkoum wa rahmatoullahi wa barakatouh''.
















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lunedì 24 settembre 2012

Gelo della questione del Sahara, deterioramento della sicurezza al Sahel… il problema, è l'Algeria (giornale spagnolo)

Gelo della questione del Sahara, deterioramento della sicurezza al Sahel… il problema, è l'Algeria (giornale spagnolo)

19/09/2012



Dal 1975, l'Algeria ha speso circa 600 milioni di dollari per la sua causa strategica al Sahara



Cosa avviene realmente al Magreb? Quale è il vero problema in questa regione dell'Africa? Si tratta soltanto degli effetti collaterali del terrorismo e dell'assenza di sicurezza nella regione del Sahel e dell'Africa del nord o è la conseguenza di interessi algerini ben definiti?



Certamente, l'affare del Sahara non ipoteca soltanto il futuro e la sicurezza nella regione, ma il conflitto tra il Marocco e l'Algeria, che risale all'epoca ''della guerra famosa delle sabbie'' nel 1963, aggiunge un po'di intransigenza alla posizione algerina.



Così l'Algeria tenta di torcere il braccio in Marocco ed isolarlo, giocando le sue carte vincenti ed aiutandosi dei petrodollari.



Dal 1975 e fino ad oggi, l'Algeria non ha speso meno di 600 milioni di dollari per la sua causa strategica al Sahara. Presi un elevato per trovare uno sbocco al petrolio algerino sull'oceano atlantico.



Occorre tenere conto da un lato della chiusura durante anni delle frontiere terrestri tra i due paesi e di altro che l'Algeria prova a scocciare il Marocco rifiutando sistematicamente di aprire queste frontiere, nonostante i danni che ciò porta agli interessi commerciali.



Il Marocco tenta di ridurre tramite una diplomazia attiva i danni, conseguenze del blocco e dell'isolamento imposto al regno del Marocco da parte dell'Algeria, in particolare dall'arrivo di Abdelaziz Bouteflika al potere.



Nessun analista ignora soltanto l'immagine del conflitto del Sahara Occidentale è prioritario per l'Algeria, che predomina il suo burattino chiamato fronte del Polisario e che tenta di fuorviare l'opinione pubblica internazionale sostenendo che la calma e la stabilità regnano nei campi di Tindouf, cosa che non è completamente conforme all'assenza di sicurezza nella regione.



In questo clima di tensione e per ricambiare l'immagine sparsa sull'assenza di sicurezza nella regione, interviene la visita di Kerry Kennedy a Laayoune ed a Tindouf. Una visita che è stata duramente criticata dalle organizzazioni favorevoli al Marocco, per averla ignorato palesemente.



Secondo il giornale elettronico ''Algeria Times'', il soggiorno del presidente del centro Robert Kennedy, Kerry Kennedy, in Algeria ha causato spese incredibili, che hanno raggiunto 140 milioni di dollari, per le 24 ore soltanto, che ha dedicato alla visita dei campi dei profughi sahrawi a Tindouf.



Il giornale segnala che i negoziati tra il regime di Algeri e Kerry Kennedy hanno dato luogo ad una condizione, la preparazione di una relazione ostile al Marocco. Kerry Kennedy era accompagnata, durante la sua visita da un gruppo di predicatori anglicani che appartengono ad una chiesa che si chiama ''la roccia della chiesa di Gesù'', e che sono state presentate ai media come attivisti dei diritti dell'uomo. E Kerry Kennedy ha insistito affinché possano accedere ai campi ''come condizione indispensabile''.



Questi missionari anglicani sono stati ricevuti dal Presidente pretese della repubblica sahrawi, Mohamed Abdelaziz. Un accordo è intervenuto per autorizzare più di 500 bambini campi a passare le vacanze agli Stati Uniti, sotto la cornice e la responsabilità della suddetta chiesa.



Kerry Kennedy ed i suoi accompagnatori sono stati interrogati sulla questione intesa ad accertare se come responsabili dell'insegnamento dell'inglese nei campi, utilizzeranno manuali scolastici e pedagogici pubblicati dalla chiesa americana conosciuta per la sua attività missionaria e la sua propaganda a favore della dottrina anglicana.



In questo contesto, è importante mettere sotto le luci della ribalta, la visita effettuata dall'ONG americana ''Teach the Children international'', di cui la presidente la signora Nancy Huff, ha dichiarato che il mantenimento dei campi profughi a Tindouf è una perdita di tempo e che è tempo di permettere ai Sahrawi di ritornare al loro paese.



Le militanti dei diritti dell'uomo, Nancy Huff e Katherine Porter Cameron hanno anche segnalato che il ritorno dei Sahrawi alla loro madre-patria, il Marocco, è una necessità di porre fine alle loro sofferenze, in occasione di una riunione con i capi ed i Chioukh delle tribù, come pure degli attivisti sahrawi, a Laayoune dal 12 al 14 settembre, durante la visita effettuata dall'ONG per prendere conoscenza delle realizzazioni economiche e sociali come pure della situazione dei diritti dell'uomo in questa città, che si trova al sud del Marocco.



Si è insistito sull'importanza dell'autonomia ed un'esperienza che riesce in numerosi paesi, segnalando che quest'iniziativa permetterà di raccogliere le famiglie sahrawi e di vivere con dignità nel loro paese il Marocco.



La Sig.ra Huff che ha lavorato nel quadro di missioni umanitarie per molto tempo nei campi di Tindouf, ha dichiarato in occasione di una riunione con il Presidente ed i membri del Consiglio comunale di Laayoune, che ha scoperto durante la sua visita ai campi, numerosi e gravi danni ai diritti dell'uomo, tra cui deviazioni dell'aiuto umanitario internazionale destinato ai Sahrawi dei campi.



Ha aggiunto che la delegazione americana preparerà una relazione che sarà consegnata al congresso americano, alla Casa Bianca, al ministero degli esteri ed ai membri del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.



Ma come lo abbiamo detto, l'Algeria è il più grande imputato di ciò che avviene nella regione maghrebina. Con l'arrivo di Bouteflika al potere come il Presidente della repubblica algerina, la politica estera degli Stati Uniti ha effettuato un giro di 180 grado (occorre ricordare che durante la guerra fredda l'Algeria era combinata con l'Unione sovietica ed il Patto di Varsavia).



Pertanto la politica di Bouteflika riguardo agli Stati Uniti ha due aspetti: la prima è la politica ufficiale, la seconda è la politica dell'organizzazione non governativa, nella quale la diplomazia americana svolge un ruolo determinante.



Non occorre dimenticare che la presenza americana in Africa ha una cattiva reputazione, ed in questo senso dobbiamo constatare che nel 2013, il quarto del petrolio e delle materie prime consumate negli Stati Uniti proverrà dall'Africa, in particolare dall'Algeria.



Di là, ''un centro di ricerca'' israeliano e l'istituto degli studi strategici e politici ha chiamato alla predisposizione di un ordine militare americano per l'Africa, Africom, che la propaganda algerina ci dice che ''si trova'' a Tan-Tan (Marocco). Ma in realtà si trova a Tamanrasset (Algeria).



Più precisamente, il giornalista della televisione americana, Emy Goodman ha indicato durante il programma ''la democrazia ora'', a proposito dell'Africom, che è stato inaugurato dall'amministrazione repubblicana del Presidente Bush verso la fine della sua legislatura, sotto l'ordine dell'ex coordinatore securitario tra Israele e l'autorità palestinese.



L'avviso di quest'ordine ha suscitato un'opposizione forte in Africa, e nessun governo ha accettato di accogliere l'ordine generale, che è restato alla fine sulle basi militari americane comuni in Italia ed in Germania.


 
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lunedì 2 aprile 2012

Europarlamentari a Laayoune per la messa in funzione dell'accordo agricolo e di pesca con il Marocco




Europarlamentari a Laayoune per la messa in funzione dell'accordo agricolo e di pesca con il Marocco 02/04/2012






Una delegazione degli europarlamentari, attualmente in visita di lavoro nel regno, è arrivata sabato sera a Laayoune dove dovrà tenere riunioni con eletti, attori della società civile e responsabili locali, e visitare progetti di sviluppo ed adottare la misura dell'aumento socioeconomico delle province del Sud.



''Siamo venuti a Laayoune, nelle province del Sud, ad esaminare sul campo le condizioni d'attuazione dell'accordo agricolo firmato recentemente tra l'Unione europea ed il Marocco ed insistere sull'importanza dell'accordo sulla pesca per le due parti, ha dichiarato alla MAP all'aeroporto di Laayoune, il capo della delegazione, l'europarlamentare francese socialista, Gilles Pargneaux. ''La nostra visita è l'occasione per ribadire il nostro parere favorevole riguardo allo statuto d'autonomia al Sahara'', ha aggiunto.



Composta da deputati di varie nazionalità e sensibilità politiche, la delegazione degli europarlamentari effettua da giovedì una visita di lavoro nel regno, all'invito del centro Chourouk per la democrazia, l'informazione ed i diritti dell'Uomo ed all'iniziativa del gruppo d'amicizia unione europeo-Marocco al Parlamenti europei.



La visita della delegazione europea mira ad approfondire le relazioni tra il Marocco e l'Ue ed ad informarsi del processo democratico in Marocco e dei progressi realizzati dal regno in diversi settori.



Questa visita mira anche a mostrare agli europarlamentari che i finanziamenti accordati dall'Ue, nel quadro dei suoi accordi con il Marocco, porta beneficio alla popolazione delle province del Sud, allo sviluppo locale ed al settore della pesca marocchino.



















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lunedì 13 febbraio 2012

Il mantenimento del conflitto sul Sahara alimenta le attività dell'AQMI nella regione (relazione internazionale)




Il mantenimento del conflitto sul Sahara alimenta le attività dell'AQMI nella regione (relazione internazionale)



07/02/2012










Una relazione pubblicata giovedì, a Washington, ha segnalato che il conflitto del Sahara apre la porta per l'allargamento delle attività di Al Qaeda nel Magreb islamico (AQMI), nella regione del Magreb e del Sahel, evocando le ultime operazioni dell'AQMI, in questo caso il rapimento dei tre umanitari europei, al cuore anche dei campi del Polisario a Tindouf.


La relazione intitolata " il terrorismo in Africa del nord e l'Africa dell'ovest: dall'11 settembre in primavera araba" , afferma che i campi di Tindouf, sotto il controllo del Polisario sono diventati " una muffa propizia all'assunzione con le reti terroristico, del contrabbando e con le organizzazioni criminali" , cosa che rende la loro chiusura, secondo questa relazione, " diventare prioritara".


A tale riguardo, le relazioni dei servizi di informazioni e la serie di eliminazioni, avevano confermato, l'anno scorso, l'esistenza di legami stretti tra l'AQMI e le organizzazioni criminali dell'America latina, nel quadro del traffico di droga verso l'Europa via la regione del Sahel, con la complicità di membri del fronte Polisario.


L'autore di questa relazione, che non è diversa che, Yonah Alexander, direttore del centro internazionale degli studi sul terrorismo, che dipende dall'istituto Potomac, ha insistito sul fatto che le minacce dell'AQMI, devono incitare la Comunità internazionale " a mettere alla testa della sua priorità il trasferimento degli abitanti dei campi conformemente ai protocolli e convenzioni internazionali specifici".


In occasione di un viaggio precedente a Dakhla, il sig. Alexander aveva constatato di visu, che le persone che fuggono i campi di Tindouf, disponevano d'opportunità e beneficiavano dello sviluppo che conoscono le province del sud. Ha segnalato a questo proposito che si tratta di uno " diritto umano incambiabile".


Ricordiamo che questa relazione è stata presentata in occasione di una conferenza che ha avuto luogo al club della stampa nazionale a Washington, sotto il titolo " Cooperazione internazionale per lottare contro il terrorismo". Si è chiamato in questa occasione, nel regolamento definitivo della questione del Sahara, che costituisce " un ostacolo per la sicurezza nella regione ed alla messa in atto di una vera cooperazione economica nella regione del Magreb e del Sahel".






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martedì 27 dicembre 2011

Undicesimo mandato per Mohamed Abdelaziz perpetuare gli arresti domiciliari dei sahraoui di Tindouf (Jeune Afrique)


 
Undicesimo mandato per Mohamed Abdelaziz perpetuare gli arresti domiciliari dei sahraoui di Tindouf (Jeune Afrique) 
27/12/2011

 Il Guinness dei primati dovrebbe prendere il rinnovo per un'undicesima legislatura del comportamento Mohamed Abdelaziz, capo del Polisario egli conduce da già 35 anni, una situazione almeno 'politicamente scorretta in questi tempi di rivoluzioni arabi', ha detto il settimanale Jeune Afrique nel suo ultimo numero.  

In una colonna, il direttore editoriale, François Sudan, conoscitore del record del Sahara, divertimento di questo anacronismo. 

Abdelaziz, che è '' inutile specificare che era l'unico candidato''per la sua successione, avrebbe 'come personali, si desidera eliminare', come ha detto.

Ma, «ahimè, i delegati (stato), chiaramente riluttanti a alternando ' egli scrive.  Improvvisamente, questo nativo di Marrakesh continuerà infatti a prevalere in campi di Tindouf, con il sostegno costante dei suoi padroni algerini e questo dal 1976,una " democrazia popolare che tiene molto più della residenza sorvegliata che della jemaâ autoretta".

" Né le defezioni, né le fionde tribali, né le intifada rapidamente represse che agitano regolarmente le tende della Hmada di Tindouf non hanno avuto di presa su quest'excrescenza della guerra fredda algero-marocchina" , solleva François Sudan.

Nel 2011, la caduta del regime dell'ex-capo libico Mouaamar Kadhafi ed il rapimento in pieno Rabbouni , il collegio elettorale del Polisario a Tindouf, di tre umanitari europei " hanno un po'indebolito il leadership" di Mohamed Abdelaziz.

 Ma " non sufficientemente tuttavia perché si dissipi il microclima che, quasi da quattro decenni, impedisce alla primavera di soffiare su questa Repubblica" sconosciuta'' deplora la rivista.

 Fonti:
 Il portale politico del Sahara occidentale:
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giovedì 3 marzo 2011

L'iniziativa d'autonomia costituisce la " soluzione definitiva" per il regolamento della questione del Sahara (giornalista spagnolo)

 





L'iniziativa d'autonomia costituisce la " soluzione definitiva" per il regolamento della questione del Sahara (giornalista spagnolo)



 L'iniziativa marocchina d'autonomia nelle province del Sud " non è una delle opzioni, ma costituisce la soluzione definitiva" per il regolamento della questione del Sahara, ha sottolineato il giornalista ed autore spagnolo Chema Gil.

L'iniziativa proposta da SM il re risponde interamente alle aspirazioni della grande maggioranza dei sahraoui che non aspirano che a riacquistare la madre patria e vivere dignamente in pace" , ha indicato Chema Gil.

Il giornalista spagnolo, in questo senso, ha chiamato i membri del polisario a liberare le popolazioni sahraoui del vincolo al quale sono sottoposte nei campi di Tindouf sul territorio algerino per permettere loro di riacquistare il loro paese di cui ignorano le realtà a causa della propaganda polisariana.

Ha anche messo nudi le violazioni ovvie dei diritti dell'Uomo commesse dal polisario a Tindouf, in particolare la violazione di donne ed il fatto di forzare quest'ultime a procreare per moltiplicare il numero della popolazione, che sottolinea che si  di un danno grave alla dignità umana ed alla libertà della donna.

Nei campi di Tindouf, " nessuno non può esprimersi liberamente" , anche a proposito della proposta marocchina d'autonomia, ha garantito Gil, che cita l'esempio di Mustapha Salma Ould Sidi Mouloud, che è stato fermato, imprigionato e torturato per avere voluto esprimere in modo pacifico e liberamente la sua opinione ed il suo sostegno all'iniziativa marocchina.La Comunità internazionale non permetterà ad Al Qaeda di squilibrare tutta la regione del Magreb, ha detto.

Si avvera che i membri ed i militanti del polisario lavorano per conto di organizzazioni terroristiche e commettono atti criminali nella zona sahelo-sahariana a favore di Al Qaeda nel Magreb islamico (AQMI), i cui i membri sono implicati in ogni tipo di traffici illecito e si dedicano al rapimento ed al sequestro di cittadini occidentali, ha indicato.

Per quanto riguarda i cambiamenti che conosce il Marocco, il giornalista spagnolo ha sottolineato che SM Re Mohammed VI non cessa di dare segni forti per incentivare i cambiamenti profondi nel Marocco, che mettono in evidenza i grandi cantieri strutturali intrapresi dal regno a livelli economico e sociale, che consolidano in tal modo, il posto del regno come " migliore barriera aperta al mondo nel continente africano".

In questo senso, Gil ha segnalato che la creazione del Consiglio economico e sociale (CES) costituisce una nuova base nella costruzione dello Stato marocchino democratico e moderno.

Evocando gli eventi che si svolgono in molti paesi arabi, il sig. Gil ha detto che i vantaggi di cui usufruisce il Marocco lo rendono meno esposto alle turbolenze che conoscono alcuni paesi arabi, che mettono l'accento sul clima di democrazia e di pace che regna nel regno.

" Questo paese dove i servizi pubblici si migliorano e si adeguano meglio alle esigenze e che riceve un grande numero di ospiti che vengono dal mondo intero, cosa che riassicura gli investistori" , ha affermato, aggiungendo che " gli investitori optano per il Marocco vista la sicurezza giuridica di cui gode".

D'altra parte,Gil ha sottolineato l'importanza del fattore culturale nella consolidazione ed il rafforzzamento delle relazioni ispano-marocchine ,mettendo l'accento ugualmente sul  maggiore ruolo che possono giocare le università di entrambe i paesi in quanto spazzi di conoscenza e di confidenza.

Di conseguenza, ha chiamato i giornalisti spagnoli ad essere più aperti sulle realtà del Marocco attuale, la sua storia ed il movimento di cambiamento che vi si opera, rompendo con le idee vecchie e stereotipate sul regno.

Ha anche chiamato i mass media marocchini a prendere parte attivamente agli sforzi fatti per consolidare la fiducia e la comprensione tra i due popoli vicini.




Fonti:

 Il portale politico del Sahara occidentale:
 www.corcas.com
 Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
 Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
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mercoledì 7 ottobre 2009

Quarta Commissione: Molte associazioni e personalità chiamano alla fine del calvario sequestrati di Tindouf







Quarta Commissione: Molte associazioni e personalità chiamano alla fine del calvario sequestrati di Tindouf

07/10/2009

La situazione delle popolazioni trattenute nei campi del Polisario a Tindouf ha suscitato numerosi interventi durante i dibattiti nell'ambito della quarta commissione delle Nazioni Unite.

Quest'interventi si variato tra quelle che richiedono l'apertura dell'indagine sulla situazione deplorevole dei diritti dell'uomo e sui rapporti d'affari del Polisario a questo proposito, coloro che rivendicano la liberazione della popolazione, e coloro che chiedono l'applicazione degli obblighi statutari dell'HCR a profitto dei sequestrati a Tindouf.

Così, Mgr Jean Abboud ha chiesto, martedì, l'apertura di un'indagine internazionale dinanzi ai fatti avverati di " torture ed altri trattamenti crudeli, inumani e deteriorati" a Tindouf, in Algeria vale a dire: eliminazioni e scomparse, arresti, detenzioni e sequestri, torture e trattamenti crudeli, inumane e che deteriorano, genocidio e violenze esercitate al riguardo delle donne".

Mgr Abboud che ha descritto le sofferenze di una vittima, un cittadino mauritaniano, Abdel Jalil Ould Khouna, imprigionato dal 1983 al 1988, oggi rifuggiato dei campi e che, più di avere perso l'impiego della sua braccio diritta, vive " psicologicamente in una sofferenza indescrittibile giorno e notte" , detto Mgr Abboud che si è avvicinato dalla vittima nel 2008 in occasione del suo soggiorno a Nouakchott, che sollecita il suo intervento per fare la luce sul trattamento che ha subito e 35 membri della sua tribù.

Il sacerdote cattolico belga che ha indicato, a questo proposito, avere depositato all'ONU un resoconto di questo resoconto e di " tanti altri" , richiede una compensazione per le vittime e la traduzione in giudizio dei responsabili delle torture ed altri trattamenti crudeli, inumani o che deteriorano e che accoglierà le migliaia delle vittime così che alle famiglie dei dispersi.

Mgr Jean Abboud ha di stesso espresso suo " appoggio e la sua benedizione agli sforzi fatti dalla Comunità internazionale per mettere un termine al conflitto sul Sahara così che al piano d'autonomia che ha garantito attraverso le risoluzioni 1813 e 1871 del Consiglio di sicurezza dell'ONU".

Da parte sua il Presidente di un'ONG britannica, il Comitato internazionale per i prigionieri di Tindouf, lord Francis Newell, ha chiamato alla liberazione delle popolazioni sequestrate a Tindouf in Algeria.

Queste persone sono " veri prigionieri in campi di concentrazione sotto le tende" , ha affermato il lord Newell, rilevando che " tanto che non saranno liberate nulla potrà essere risolto".

" Quando saranno libere, allora, potranno decidere la scelta del loro destinazione" , ha aggiunto, ritenendo che il momento fosse venuto per l'ONU di mettere un termine alle violazioni dei diritti dell'uomo a Tindouf.

Il presidente dell'ONG " Azione internazionale Donne" , La signora Latifa Aït-Baala, essa, ha chiamato, ad imporre l'applicazione degli obblighi statutari dell'alto commissariato ai profughi (HCR) a profitto delle popolazioni sequestrate a Tindouf, in Algeria.


" Era ora che la Comunità internazionale impone l'applicazione degli obblighi statutari dell'HCR ed esige il censimento delle popolazioni.

Era ora che il rispetto del principio del ritorno liberamente acconsentito sia garanti" , ha affermato la signora Aït-Baala che interveniva dinanzi alla quarta Commissione dell'Assemblea generale dell'ONU.

Oggi, ha aggiunto, " è al pericolo della loro vita che alcuni profughi fanno la scelta di rientrare al paese tra cui alti dirigenti del Polisario, o dei membri fondatori di questo movimento".

Per il presidente di " Azione internazionale Donne" , basato in Belgio, era così " ora che l'integrità delle persone nei campi sia interamente preservata e che sia messo fine alle pratiche di violazioni ed abuso a contro delle giovani donne e delle donne, allo sfruttamento dei bambini, al traffico degli organi ed ai traffici illeciti in qualsiasi tipo.

Pratiche denunciate dai mass media e le organizzazioni internazionali che richiedono che indagini internazionali siano diligenti".




Fonti:

Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com

Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net

Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com

Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com

Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com

Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com